Africastyle: Going Back to my Roots

A Made Expo, fiera dell'Architettura e del Verde conclusasi la scorsa settimana a Milano-Rho, ho visto così tanti notevoli esempi di green-architecture e buona imprenditoria che, accingendomi a scriverne, mi sono resa conto della difficoltà di produrre un post riassuntivo, sintetico come il web richiede. Zittito il dovere di cronaca, ho lasciato quindi emergere le emozioni e senza dubbio la visita allo stand di Africastyle è quella che mi ha regalato l'esperienza più sentita.
Non solo un'azienda, ma soprattutto una famiglia con importanti ideali e tanti amici, uniti sotto una tettoia fatta di  materiali e lavoro qualitativamente ed esteticamente eccellenti, creati con etica e coraggio.
Ce ne vuole di coraggio infatti, per iniziare un'attività unica nel suo genere, condotta senza il solito sfruttamento di uomini e materiali, per di più impegnata nel sostegno di attività di ricerca scientifica, ma anche di scolarizzazione ed assistenza medica e sociale, nei paesi africani da cui provengono le materie prime e parte della produzione.
Dal loro sito: qui l'inizio dell'avventura di Emanuele e Matteo, che hanno dato vita a questo percorso imprenditoriale con entusiasmo e fatica, imparando sulla loro pelle quanto sia difficile conciliare umanità e leggi di mercato, ma determinati a fare le cose a modo loro. Un modo che contribuisce a rafforzare la crescente rete mondiale di tanti piccoli "non ci sto", che combatte la distruzione del pianeta e dei valori, creando lavoro sostenibile e preservando l'ambiente. Ma anche riscattando l'umanità dagli errori/orrori del colonialismo e dei genocidi perpetrati ancora oggi in nome del profitto.

Le iniziative da loro sostenute, visibili sul sito, sono diverse ed appassionanti: la missione Esmabama in Mozambico, del padre comboniano Ottorino Poletto, impegnata soprattutto nella scolarizzazione (attualmente conta circa 7.000 studenti), dalle elementari sino a studi agrari che consentiranno ai diplomati di condurre sul loro territorio un'agricoltura produttiva e sostenibile, così come l'osservatorio scientifico in Madascar per la salvaguardia del lemure catta (in pericolo di estinzione), promosso dall'Università di Torino insieme al Parco Natura Viva di Bussolengo (VR).

Impossibile descrivere in poche righe lo scombussolìo interno che provocano certi incontri. Parlare con Lia, la giovane moglie di Matteo, che ha abbracciato con entusiasmo queste attività e me ne ha raccontato i dettagli, mi ha fatto vibrare corde profonde. E per un attimo non ero più a Milano, nel caos della fiera, ma in un altro luogo ed in un altro contesto sociale, molto più affini alla mia umanità.
Indubbiamente hanno fatto la loro parte sensoriale i materiali: legni, foglie, fibre di incredibile resistenza e bellezza, dove il design attinge alle primordiali conoscenze dei primi  insediamenti umani. Con Lia parlavamo di come quei materiali vengano prodotti senza depauperare le foreste, degli artigiani locali trattati con rispetto, della capacità di queste popolazioni di apprezzare le piccole grandi cose della natura e via via mi sentivo sempre meglio. Seduta su quel divano ricavato da una piroga intagliata in un tronco unico, sotto un tetto di fronde, ad un certo punto ho capito dove questo incontro mi aveva portata: ero tornata alle mie radici!

Da non perdere una visita - anche virtuale - alla loro produzione di mobili e strutture per interni ed esterni, ben illustrate nella loro pagina di Facebook.

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