Chi tromba (o ci pensa tanto) campa cent'anni!

E' un raccontino lungo, veritiero, datato 2006, quando per un po' ho vissuto in campagna. Mi piace ricordare quei luoghi, il giardino e l'orto (la mia palestra) la semplicità della gente e soprattutto questo arzillo nonnetto.

Pensare al sesso in vecchiaia allunga la vita. Almeno così dicono i medici. Lo hanno detto alla figlia del "Sig. Ugo" (nome vero omesso per la privacy), 94 anni, che abita nel mio piccolo borgo. Ugo mi notò appena arrivata. Avendoci già provato con tutte le donne sopra i 20 - ma preferisce le mature, dice - del paese e relative frazioni, non potevo sfuggirgli. Arrivai in inverno. E fin li' tutto bene. Mi sorrideva ammiccante al bar, mi faceva domande del tipo: "Ma te trombi? E quanto trombi?"

Lo incontravo andando a fare la spesa, che usciva dal supermercato reggendo a fatica una grossa busta piena, sorreggendosi al bastone con la mano libera. Non potevo fare a meno di aiutarlo, anche sapendo che così mi sarei guadagnata le sue effusioni.

Se sei donna e passi di qui, lo incroci per forza. Ha un controllo del territorio migliore di quello dei Carabinieri: sa tutti gli spostamenti di chi e dove e quando. Per motivi diversi: delle donne gli interessa sapere dove le trova. Degli uomini, quanto stanno via ;-). Di piantone alla fermata del bus già alle 7 del mattino a sbirciare le minigonne di quelle che vanno nelle città vicine. Partito il bus va al bar, dove verso le 8,20 convergono le impiegate e le commesse e alle 8:45 le numerose compaesane che hanno lasciato i figli a scuola. Vivendo qui da sempre, il sig. Ugo le conosce tutte per nome e meglio ancora asserisce - con ricchezza di dettagli - di aver conosciuto le loro mamme, zie e pure le nonne.

"La vedi quella biondina? (o rossa o mora)" - Dice posando la tazzina del caffè e facendo un risolino - "Io la zia della su' mamma me la so' trombata. E parecchio anche. Leilì al davanzale che salutava il marito al lavoro ne' campi.. E io dietro a zifonà". E conclude con un'altra risatina soddisfatta.
Il racconto cambia ambientazione a seconda della mora o della bionda: al davanzale si alternano i vagoni dei treni merci fermi alla stazione, le vigne durante la vendemmia, l'orto... Praticamente uno che ha trovato il suo Shangri-là nel raggio di 5 km da dove è nato.
Solo che ogni tanto si confonde su persone e circostanze e se tu puntualizzi:
"Ma la zia della mamma della bionda non era quella del davanzale? Ora mi dici che eravate nell'orto!".
"Si si, anche lì!" - Ribatte lui pronto. Sa di confondersi, ma all'occorrenza rimedia così. E' piuttosto sveglio per certe cose, il sig. Ugo.

Come ho detto, sono arrivata qui in inverno. Ma con l'arrivo della bella stagione e degli scollacciamenti, il sig. Ugo perse anche quel minimo di controllo invernale.

II

Maggio inoltrato, le dodici e qualcosa di un giorno caldo e luminoso, vado al bar con un'amica a prendere un aperitivo e ci trovo il nostro eroe. Per l'appunto avevo su jeans e un top estivo, schiena scoperta... Non ho più vent'anni e manco trenta, anzi, diciamocela tutta: ho passato pure i 40, eh si. Ma coi riccioloni sciolti, da una certa distanza, faccio ancora la mia figura. Col sig. Ugo sarebbe bastato parecchio meno.

"O' bella mòra, veni qui che ti devo di' 'na cosa!" - Mi bloccò mentre entravo. Seduto al tavolo d'angolo, con le mani incrociate sul bastone e gli occhi puntati sulla porta del bar, pareva un pointer (cane da caccia ottimale per la ferma) in un padule.
"Ohhh sig. Ugo che piacere, come va?" - Non resisto a bambini ed anziani, a meno che non siano proprio insopportabili, la consapevolezza della loro vulnerabilità mi ispira una profonda tenerezza e mi attirano come calamite. Gli davo sempre retta al sig.Ugo.
"Senti mòra" - Mi approcciò col suo argomento preferito - "Ma allora te trombi con quello lì della macchina bianca? Perché v'ho visti sa'... Trombate eh, eh?"
"Ovvia sig.Ugo, sempre li' con la testa?" - ribattei sorridendo.
"Perchè, conosci 'na cosa meglio te?" - E giù col risolino. Non si riesce proprio a scoraggiarlo.

La mia amica sospirava impaziente. Non era venuta lì per "tenere compagnia ad un vecchio rimbambito" (mi avrebbe detto dopo facendomi arrabbiare.. infatti, non siamo più tanto amiche ora), d'altra parte sarei stata scortese ad intrattenermi altrove lasciandola sola. Così pensai fosse una buona idea unirci al sig.Ugo. Che non aspettava altro, capirai.. una bionda e una bruna, tettone e scollacciate, solo per lui!! Cominciò a trambellare sulla sedia, non ci feci caso inizialmente, pensavo fosse un tremore senile.
Gli brillavano gli occhi mentre sbirciava ora la generosa scollatura della mia amica, ora la mia schiena nuda sino al giro vita. Non sapeva più dove guardare. Era talmente preso che non parlava ma continuava a fare "hi hi hi", girando il capo da me a lei come avesse seguito una partita di ping pong.
Fremeva. Altro che tremore senile!
Ero contenta che lui fosse felice con così poco, ma in paese Ugo ed i suoi palesamenti avevano creato non pochi imbarazzi..

III

Quando le circostanze portarono me e la figlia di Ugo a fare amicizia, mi racconto il grand disagio provato quando qualche paesana aveva fatto irruzione da lei gridando allo scandalo per essere stata verbalmente approcciata da suo padre con un sorridente "Allora, me la dai?".
Per via di questi inconvenienti aveva intimato all'esuberante genitore di starsene al suo posto. Avendo capito che non ero dello stesso avviso delle suddette donnine, mi spiegò:
"Ma lo sai cosa m'hanno detto gli specialisti, quando ho portato babbo a farsi visitare e ho raccontato di questa sua mania? M'hanno detto che è questo che gli dà energia ogni giorno. Che finché lui avrà questa fissazione si sentirà vivo! Sogna ad occhi aperti, gli basta... ed è contento. Anzi ti dirò di più, il dottore alla fine ha aggiunto che spera, arrivato a 90 anni, di avere anche lui questo spirito!".

Mi è tornato in mente un film: Cocoon, in cui un gruppo di vecchietti trova una fonte d'energia aliena grazie alla quale riacquistano la verve dei vent'anni. Bella trama, credo che quando avrò 80 anni anch'io sognerò un'esperienza simile. E chissà cos'altro sognerò. Magari pensando di essere ancora una bella mora ricciolona, rincorrerò i giovanotti del paese...

E tu Ugo, ogni volta che ci rivedremo continua pure a chiedermi "Ma te trombi?" visto che ti limiti a questo. Non mi indignano le tue fantasie, anzi, mi indigna di più chi non le sa distinguere dalle molestie e non comprende quanto gli anziani ed i loro sentimenti siano lasciati soli, oggi come oggi.
Che tu campi altri 94 anni Ugo, da riempirci pagine e pagine con le tue avventure erotiche, reali o immaginarie :-).

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