Chi ha paura della crisi? Digital Marketing e sopravvivenza per chi è ancora in tempo.

Caro imprenditore che ancora non sei arrivato al fondo del pozzo ma sai che ti manca poco, a parte gesti drammatici, hai poche scelte: o chiudi baracca e cerchi un impiego, o chiudi baracca e potendo accedere a qualche finanziamento ne riapri un'altra, oppure tieni la baracca aperta, ma in entrambi gli ultimi due casi, cambi decisamente regime.
Parlo a coloro che, durante le difficoltà di questo ultimo anno hanno continuato ad alimentare gli errori che li hanno condotti a questo grave stato di cose. Se andiamo infatti ad esaminare il comportamento della maggior parte delle aziende in difficoltà da tempo, ci accorgiamo che non sono stati fatti, nell'80% dei casi, opportuni cambiamenti al marketing aziendale che avrebbero potuto non dico annullare, ma almeno contenere i danni.
Che poi si traducono soprattutto in mancate vendite e/o in difficoltà ad incassare per motivi non dipendenti dal valore del prodotto. Ad esempio nel mercato immobiliare, se le banche non concedono mutui, hai voglia ad avere edifici eccezionali da vendere..
Non si può generalizzare, ogni azienda ha una storia a se', ma se gli indici sono in ribasso da un paio d'anni, cambiare regime - per quanto si può - è generalmente vitale. Anche nell'esempio immobiliare, viste le difficoltà del mercato prima (concorrenza estrema in questo momento), e delle banche poi, la soluzione per restare vivi è una sola ed è in mano alla statistica.

La statistica infatti ci insegna che persino nei periodi peggiori c'è la famosa percentuale di contatti che diventano contratti. E per quanto bassa possa essere, è pur sempre un numero tangibile.
Quindi, ovviamente, per restare vivi occorre moltiplicare i contatti. Ma moltiplicarli tanto! E prevedere un piano lungimirante poiché i contatti che portano flusso di cassa prevedono relazioni di fiducia che si creano col tempo.
Cambiare regime non significa necessariamente stravolgere lo stato di cose, ma trovare nella struttura esistente altre potenzialità. Che lo apri a fare il blog aziendale se poi hai 30 fra collaboratori e dipendenti che non se lo filano di pezza, nonostante le esortazioni del consulente? Chi fa parte dell'azienda, anche in amministrazione, non viene distratto dal lavoro se impiega 5 minuti ad interagire col blog della stessa (basta cliccare sulle iconcine dei social sotto ad ogni articolo). E questo è solo un aspetto fra i più lampanti.
Ma tu, caro imprenditore, ti aspetti che il blog cresca da solo perché altrimenti che senso avrebbe avuto pagare una brava professionista? (Si però, se sono tanto brava, come mai mi ascolti solo per ciò che colpisce la tua fantasia e non inneschi i protocolli di comportamento che ti sto suggerendo?)

E non fatemi pensare ai soldi - che ora non ci sono più - sprecati in iniziative di comunicazione come spot in tv o cartelloni o stand et similia, prese senza coerenza, tutte slegate fra loro e finite inevitabilmente in un flop. Soldi che avrebbero potuto dare risultati se utilizzati in seno ad un progetto di comunicazione coordinata.
Peccato che gli imprenditori italiani medio-piccoli si sentano da sempre dei pubblicitari nati, quindi abituati a decidere in prima persona della comunicazione aziendale, dal logo all'attività di promozione.

Andava bene una volta, quando il mercato tirava e sugli errori (persino di grammatica in certi siti o depliant) si poteva soprassedere. Ma quando il malato è grave, sbagliare per mancanza di umiltà e/o di aggiornamento, è proibitivo.
Ci sono sempre vecchie abitudini da cambiare, quando ci si vuol salvare la vita. Però quando glielo dici tu invece del medico, le prendono come se fossero opinioni personali e non buone pratiche lavorative da innescare.
Ad alcune aziende "alle strette" conosciute un anno fa,  avevo fatto presente  la necessità di sviluppare subito nuovi canali web di dialogo con il mercato diversi dal semplice rifacimento del sito aziendale.
Ora sono alle strettissime e chiedono piani urgenti, soluzioni magiche che risolvano la situazione in poche settimane.
Nonostante la mia gran voglia di lavorare, non posso proprio aiutarli.

Di urgente c'e' che si prestino all'ascolto quelli che un altro anno di vita almeno ce l'hanno. Che inizino una buona volta a usare Internet come si deve, focalizzandosi sullo sviluppo di contatti di valore attraverso il Marketing Digitale, invece di pagare i professionisti del settore solo per rifargli i siti. Almeno l'anno prossimo avranno qualche speranza. E noi ed i nostri figli pure :).

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