Trip Advisor e gli altri furbetti del quartierino.

Verrebbe da dire "So' stufa marcia!", ma non me lo posso proprio permettere. Quindi dopo i J'accuse anti-spam iniziati 13 anni fa e le recenti repribende sui MiPiace (su FB) ed i Followers (su Twitter) a pagamento, continuo coerentemente e mi accodo alla protesta dell'ultim'ora contro Trip Advisor.
Saranno delusi alcuni miei clienti che lavorano nel settore turistico, tanto affezionati a quel sito verdino ed alle sue  anelate recensioni, ma ne conosco molti altri che diranno: " Lo sapevo io che c'era sotto qualcosa!". Il qualcosa è il solito advertising a pagamento sotto forma di falsa testimonianza.

A differenza di Banner ed annunci su Google, le recensioni sono dovrebbero essere testimonianze spontanee, idem per i MiPiace su Facebook ed i Followers su Twitter, ma già lo scorso anno scoprivo "sincere adesioni" su FB in vendita al Kg come fossero costolette, turbando il sonno di tutti coloro a cui avevo detto e spergiurato che la reputation sui Social Media si guadagna col sudore della fronte e che solo un comportamento fattivo nei confronti delle altre persone, permette di raggiungere - con il tempo e la coerenza - una certa evidente popolarità, ma comunque sempre settoriale etc. etc.

"O' che bischerate m'hai raccontato?" Ha esordito il proprietario di un agriturismo maremmano alla notizia che con 70 euro al mese circa, poteva avere subito migliaia di MiPiace sulla sua pagina FB. Lo stesso mi aveva anche chiesto di scrivergli commenti entusiasti su Trip Advisor ed altri siti del genere.
"Non posso, non è professionale, ma esorta i tuoi clienti a farlo a fine soggiorno, sempre che siano soddisfatti del tuo servizio" - era stata la mia risposta.
Scommetto che appena scoprirà che comprando delle ciabatte può avere delle recensioni positive su Trip Advisor mi toglierà persino il saluto.
Non è una favola, qui l'articolo di Dissapore.

Videodenuncia del Direttore di "Italia a Tavola".

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