Viaggio - sensoriale - in Sardegna 1: Cantina Li Seddi

Per conoscere la Sardegna senza muoversi da casa, magari meditando su un futuro viaggio in Gallura o in Barbagia, si può viaggiare su Internet e gustarsi i tanti siti e video su questa isola meravigliosa, assaporando obbligatoriamente un piatto tipico e soprattutto un calice dei molti vini autoctoni (alcuni raramente conosciuti) che da secoli i vignaioli sardi producono con amore ed attenzione.
E' ciò che ho fatto a casa, questa settimana, rimembrando la bella esperienza di Vinitaly con le cantine Li Seddi e Gostolai.

Franco Stangoni, proprietario della Cantina Li Seddi, è già capitato su questo blog a più riprese con i suoi vini eccellenti. Quest'anno, per i palati che amano i gusti più delicati, ha presentato a Vinitaly la sua ultima produzione: "Lagrimedda", un Vermentino Superiore che si fema a 13°. A differenza del "Li Pastini", anche lui un Vermentino Superiore che talvolta supera i 15°, ma non li dimostra :).

Entrambi accompagnano adeguatamente un primo di pesce, ma il "Li Pastini" l'ho pienamente gustato anche con la "formaggedda", tipico tortino di formaggio sardo, la cui grassezza è stata buona compagna del vino, avaro di profumi, di primo acchito, ma complesso, equilibrato e pieno di sapori che si distinguono piano piano, lasciando poi una bocca pulita e fresca, profumata di mare e macchia mediterranea.
Imperdibile anche il suo "Lu Ghiali", da uve Cannonau, elegante, bevibilissimo con i suoi 15 gradi, complesso e pulito anche questo. A dimostrazione dell'ottimo lavoro di selezione delle uve svolto da Franco.
Questi vini affinano soltanto in acciaio ed in bottiglia, niente legno: solo uva e tanta attenzione.

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